Quali problematiche correlate all’ipoconvergenza in età scolare

 

SECONDO CONGRESSO ITALO-TEDESCO DI POSTUROLOGIA. Ischia, 2014.

“Stress accomodativo e convergenza in età scolara. Prevenzione e proposte di trattamento”

Dott Sergio Ettore Salteri, medico-chirurgo, esperto in chiropratica, posturologo,  Socio fondatore CIES Italia

salteriposturologia@gmail.com

PREMESSA

L’occhio è il principale sistema sensoriale che ci permette di conoscere il mondo attorno a noi. L’Apparato Visivo è un insieme di sistemi nel quale l’energia luminosa, attraverso l’occhio, con i suoi mezzi diottrici e dopo idonee trasformazioni da parte di appositi sensori (cioè i fotorecettori retinici), viene inviata contemporaneamente a più apparati, dislocati nella corteccia cerebrale, nel diencefalo e nel mesencefalo, nel tronco dell’encefalo attraverso canali che agiscono in serie ed in parallelo: deve essere considerato come una UNITA’ SENSITIVO-MOTORIA (Von Norden 1985). Il SISTEMA MOTORIO (essenzialmente rappresentato dalla muscolatura extra-oculare) è strumento indispensabile per il sistema sensoriale che lo controlla completamente per allargare il campo di visione (da campo visivo a campo di fissazione), per portare le immagini sulla fovea e stabilizzarla, per allineare gli occhi consentendo la VISIONE BINOCULARE. Se noi paralizzassimo tutti gli oculomotori persino il battito cardiaco causerebbe una instabilità dell’immagine retinica rendendola instabile e sfuocata. Entrambi i globi oculari sono sospesi nell’orbita grazie ai sei muscoli, quattro dei quali (i retti), collegati a delle ‘pulegge’ connettivali all’orbita stessa (Demer), spingono indietro e due (gli obliqui) in avanti: la tensione di uno dei sei muscoli altera questo equilibrio e quindi anche l’acuità visiva.Lo stress accomodativo che deriva anche dalla minima tensione di un muscolo extraoculare è capace di aggravare se non provocare una miopia e movimenti ripetuti possono addirittura portare ad un astigmatismo (Forrest, Harmonn).

CONCETTI IMPORTANTI:

– I muscoli retti esercitano sul bulbo una pressione di circa 15 grammi (Collins, Scott e O,Meara, 1969)Per muovere il bulbo oculare occorre una forza di trazione di 10-15 grammi

– Qualsiasi muscolo oculomotore ha una forza di trazione di oltre 1000 grammi: sovradimensionati di 80-100 volte!!!

– Il bulbo oculare NON HA FORMA E DIMENSIONE PROPRIA, ma la mantiene solo perché pieno di liquido con pressione interna di 13-16 mmHgOgni variazione di lunghezza AP di 0,27 mm equivale/produce una variazione PEGGIORATIVA diottrica di 1 DIOTTRIAI MUSCOLI OCULOMOTORI

– Sono muscoli scheletrici

– Appartengono alle catene muscolari

– Fibre IIC ad elevata attività aerobica

– Elevata concentrazione di mitocondri

– Elevato contenuto di enzimi aerobici (POCO AFFATICABILI)

 

Il controllo centrale dei movimenti oculari si realizza grazie alla coordinazione fra i Nc dei mm extraoculari nei nervi cranici III(oculomotore) per i Mm. RETTO INTERNO-SUPERIORE-INFERIORE-OBLIQUO INFERIORE, IV (trocleare) per il M.OBLIQUO SUPERIORE, VI(abducente) PER IL MUSCOLO RETTO ESTERNO.

– I muscoli retti esercitano sul bulbo una pressione di circa 15 grammi (Collins, Scott e O,Meara, 1969).

 

La PERCEZIONE VISIVA CONSCIA, che ha il compito di identificare ed assegnare significato agli oggetti nello spazio, richiede l’azione di numerosi moduli corticali che sono anatomicamente connessi , attraverso le connessioni orizzontali tra gli emisferi, passando per il corpo calloso.In conclusione, noi possediamo tutta una serie di movimenti complessi (coniugati o disgiuntivi) atti a per garantire una visione singola e nitida …. ..all’interno del campo visivo …in ogni posizione dello sguardo …in ogni condizione posturale in riferimento alle coordinate gravitazionali, unica vera coordinata oggettiva e stabile per tutta la vita

La visione umana presenta una complessità paragonabile a quella della parola e passa attraverso fasi di sviluppo condizionate da fattori sia intrinseci che ambientali che ci impongono la massima attenzione nella vita quotidiana come professionisti della salute ma soprattutto anche come genitori.

La VISIONE FISIOLOGICA comprende tre grandi livelli principali (divisione secondo MADDOX) :

1 PERCEZIONE SIMULTANEA (ma non per questo fondo le 2 immagini)

2 FUSIONE (fondo le immagini a livello corticale in una sola)

3 STEREOPSI ( percepisco la tridimensionalità grazie alla ‘fisiologica’ discrepanza delle due immagini retiniche.)

 

Senza dubbio assume particolare importanza lo STRESS VISIVO PROSSIMALE al quale le attività che caratterizzano la cultura (scuola in primis) e l’attività lavorativa sottopongono i nostri occhi (Skeffington, Lesser, Barstow, 1947).

Skeffington ha per primo proposto, negli anni ‘50, il concetto di stress visivo prossimale definendolo come “Compito visivo, biologicamente inaccettabile, socialmente compulsivo, centrato al punto prossimo che provoca una reazione di allontanamento… che diventa una guida a centrare più vicino nello spazio visivo”.

Se a ciò sommiamo gli ulteriori fattori di rischio che l’evoluzione tecnologica ha sottoposto subdolamente i  nostri bambini e ragazzi (mini consolle, cellulari, pc ,…), sempre più lontani dagli spazi aperti e sempre più costretti in ambienti piccoli e mal illuminati, possiamo comprendere come il problema sia tutt’altro che secondario.

Caccioppoli e Coll. scrivono che  “le necessità di attenzione, a distanza prossimale attivano i riflessi del SNA che portano alla tendenza del sistema visivo ad orientare il ‘centraggio’, attraverso il meccanismo di convergenza, a localizzare più vicino nello spazio rispetto al punto in cui viene posizionata l’’identificazione’, mediante meccanismi di accomodazione. Se a questi fattori estrinseci aggiungiamo alterazioni  strutturali del recettore visivo o la presenza di tensioni soprattutto dei muscoli extraoculari la problematica diventa ancor più complessa perché  un sistema già irrigidito non può che ridurre la propria performance complessiva ed ‘autocompromettersi’.

uso dei mimici ed esclusione del (mal)contatto dentale per vincere l’ipoconvergenza: nell’immagine è evidente come i ragazzi, chiamati ad un test ‘visivo’, impegnino da un lato i muscoli mimici per vincere la tensione dei muscoli extraoculari e dall’altro, impedendo il (mal)contatto tra le arcate con l’interposizione del labbro, ne minimizzino l’interferenza sulla performance visiva.

 

Nella ‘quotidianità oculistica’ spesso lo specialista si limita allo studio del visus del singolo occhio (funzione discriminativa), ignorando la binocularità (FUNZIONE LOCALIZZATIVA)  e si comporta come se la VISIONE fosse una funzione separata e isolata: in realtà la VISIONE BINOCULARE è profondamente integrata con tutto il sistema d’azione del bambino: POSTURA, ABILITA’ e COORDINAZIONE MANUALE, INTELLIGENZA e persino PERSONALITA’. Già nel 1938, studiando 160.000 bambini D.B.Harmon dichiarò che almeno il 52% di questi acquisiva a scuola in media 1,8 diversi problemi  visivi che potevano essere previsti e prevenuti ma quanti di questi bambini sono scambiati per bambini con disturbi dell’attenzione e sottoposti, inutilmente,  ad estenuanti  trattamenti da parte di logopedisti e psicologi (Mayo Clinic Staff)?

Ma quali sono i principali elementi di rischio connessi all’attività scolastica?

  1. Illuminazione:
  2. disposizione dei banchi
  3. ergonomicità deil piano di lavoro
  4. impugnatura della penna
  5. qualità della carta delle pagine: evitare pagine lucide
  6. fissità dello sguardo nel caso di lavoro al pc

Quali interventi ‘strutturali’ e logistici?

  1. Illuminazione che non provoca ombre ed in ogni caso favorire la luce naturale (ampie finestre)
  2. Banchi messi in modo da favorire un parallelismo occhi e lavagna e/o insegnante. Mai banchi a ferro di cavallo che costringono a fissare con il collo perennemente girato da ul lato: un sistema irrigidito perde la propria efficienza. Se la postura scorretta viene mantenuta a lungo si hanno effetti sulla coordinazione binoculare, il rendimento accomodativo diventa diverso nei due occhi, compaiono forie, si accentuano le anisometropie, si degrada l’equilibrio del sistema visivo (Harmonn)
  3. Corretto rapporto tra altezza del banco, della sedia e altezza del ragazzo
  4. Impugnatura che rispetti sia la distanza di Harmon che  la corretta posizione seduta con occhi paralleli alle spalle ed entrampi gli occhi che guardano la punta della penna
  5. Uso di libri con pagine opache
  6. Adeguati periodi di riposo dello sguardo con esercizi vicino-lontano ( rifacendosi Normative sull’uso dei videoterminali)

Quali altri elementi possono aggravare il quadro e pregiudicare le performance visive con le citate ripercussioni sull’apprendimento?

  1. Presenza di trattamento ortodontico: nei nostri ragazzi sottoposti a TRATTAMENTO ORTODONTICO si produce uno stress che inevitabilmente si trasmette in modo negativo sulla funzione visiva. Per spiegare questo ai miei pazienti  porto l’esempio dei muratori che mentre fanno il loro lavoro producono calcinacci e sporcizia che certo non abbelliscono la nostra casa. Ecco che quando avranno finito il loro lavoro proprio  la casa che li ha ‘subiti’ sarà quella che più si avvantaggerà della loro presenza. Lo stesso accade con la maggior parte dei trattamenti ortodontici che in corso d’opera alterano la funzione visiva binoculare (E. Annunziata) con ripercussioni negative non solo  sulla sfera apprendimento/concentrazione durante la lettura ma anche causa di fastidiose cefalee soprattutto pomeridiane/serali ma talvolta continue. La dott.ssa Eleonora Annunziata della Divisione Oculistica O.C. Umberto I di Mestre nel corso del Workshop Internazionale‘Occlusione e Postura di milano Milano nel giugno 2001 dimostrò •“Variazioni dell’oculomotricità in bambini di età compresa tra i 5 ed i 13 anni sottoposti a trattamento ortodontico”.
  2. Presenza di SPLINT: lo splintaggio produce alterazione della dinamica della colonna con blocco torsionale del bacino, atteggiamento scoliotico, laterocolia , disturbi della convergenza oculare e molto spesso cefalea
  3. Disturbi visivi mal corretti: occhiali non funzionali o usati male (occhiali per lontano non tolti con irrigidimento del sistema muscolare oculare) con stress visivo conseguente.  Nella correzione oculare  sono parimenti importanti la scelta delle lenti, la scelta della montatura, l’asse delle lenti e l’educazione del Paziente all’uso dell’occhiale. Esiste poi un  legame tra diametro bulbare e capacità visiva (la riduzione di 0,27mm del diametro porta al miglioramento di 1 diottria. Lenti non funzionali alterano i riflessi propriocettivi (V. Roncagli) mentre lenti troppo forti tendono a ‘spingere’ indietro il capo (Posturologia Vettoriale Interdisciplinare sec Salteri). Un sistema irrigidito perde la propria efficienza con effetti sulla coordinazione binoculare, compaiono forie, si accentuano le anisometropie, si degrada l’equilibrio del sistema visivo (Harmon). Tra l’altro è stato rilevato che la contrazione dei muscoli ciliari tira i bulbi dall’interno comprimendo il vitreo verso il polo posteriore con aumento della pressione intraoculare( ‘The study of the development of myopia in monkeys’ Francis A. Young, direttore del Primate Research Center in Washington). Per avere un esempio di come occhiali anche solo indossati male producano effetti sistemici osservate l’esempio riportato nel quale questo ‘vizio’ portava ad anteropulsione (sbilanciamento in avanti), lombalgia, cervicalgia, cefalea serale, vertigini. Nell’immagine come l’esclusione di un occhio per ‘motivi estetici’ produce lo stesso effetto deleterio.

Immagine 12: occhiali indossati male

 

  1. Presenza di ipoconvergenza oculare prossimale
  2. Presenza di disturbi dell’asse oculare (esoforia, exoforia)
  3. Gravi patologie oculari non correggibili
  4. Assenza di stereopsi

 

POSSIBILITA’ DI INTERVENTO DEL PROFESSIONISTA DELLA POSTURA (quindi non necessariamente oculista ).

  1. MINIMIZZAZIONE DELLO STRESS ORTODONTICO: fino ad ora esclusivamente lunghi e costosi trattamenti manipolativi(di fatto raramente praticati). Recentemente è stato proposto l’utilizzo di un materiale riflettente nel range del lontano infrarosso che rilasserebbe e preverrebbe la tensione della muscolatura extraoculare con risultati incoraggianti ( Tesi di Laurea In Ortognatodonzia presso l’Università degli studi di Cagliari Anno Accademico 2011-2012. Relatore prof Vincenzo Piras Correlatore prof Massimo Ronchin Laureanda Dott.ssa Nadia Pavin dal titolo “Minimizzazione dello Stress ortodontico sulle altereazioni della Muscolatura Extraoculare in età scolare mediante applicazione di una membrana emittente nel lontano Infrarosso sec Salteri”)
  2. TEST STRUMENTALI: testare occhiali (PER LONTANO) in stabilometria dinamica  su Bascula di Bessou  con particolare attenzione per la  proiezione del centro di massa (espressione dello squilibrio sagittale importantissimo) , delle FFTX (espressione dell’instabilità laterale spesso causa di sensazioni molto fastidiose) e delle FFTZ (espressione delle contratture muscolari necessarie e dello stress vestibolare da eccessiva attivazione del Riflesso vestibolo-Spinale per mantenere la stazione eretta in presenza o meno di squilibrio soprattutto sagittale). Invio del Paziente a revisione delle lenti in uso.
  3. TEST CHINESIOLOGICI (per occhiali da vicino) che però non essendo oggettivabili hanno importanza limitata. In ogni caso il ragazzo stesso ci dice se gli occhiali ‘danno fastidio’ o meno e spesso tende a non metterli se non addirittura a smarrirli. Invio del Paziente a revisione delle lenti in uso.
  4. TRATTAMENTO DELL’IPOCONVERGENZA E DEI DISTURBI DELL’ASSE OCULARE: è l’unico vero ‘campo di battaglia’ del Professionista della POSTURA.

 

L’IPOCONVERGENZA OCULARE: disturbo sensoriale e neuromuscolare.

A questo proposito vale la pena ribadire dei concetti estremamente importanti e regolarmente ignorati nella pratica clinica: il mondo che ci circonda invia immagini al nostro cervello attraverso i nostri due occhi: perchè l’INFORMAZIONE VISIVA detta per questo BINOCULARE giunga nel modo corretto i sei muscoli che muovono i nostri occhi devono essere SEMPRE RILASSATI e COORDINATI.  La FUNZIONE VISIVA fisiologicamente consiste nella FUNZIONE DISCRIMINATIVA, il vedere, per la quale è sufficiente un occhio e la FUNZIONE LOCALIZZATIVA, il localizzare o ancor meglio il contestualizzare (sapere esattamente il rapporto tra me stesso e il mondo), per la quale sono indispensabili….  due occhi!!. Per avere un’unica percezione delle due immagini, che dal mondo arrivano alle due retine dei nostri due occhi, cd ACCENTRAMENTO VISIVO,  dovrà esserci un’ INTEGRITA’ ANATOMICA, SENSORIALE ma soprattutto MOTORIA dell’APPARATO VISIVO stesso. Noi possiamo paragonare i nostri occhi a due cavalli che devono procedere assieme: perché questo avvenga è importante non solo la velocità del singolo cavallo (VISUS) quanto il fatto che questi corrano sempre affiancati (ASSENZA SIA DI ALTERAZIONE DEGLI ASSI VISIVI OCULARI CHE DI TENSIONI DELLA MUSCOLATURA EXTRAOCULARE). Ma come possiamo capire se i nostri muscoli sono tesi o rilassati: un semplice TEST DI CONVERGENZA PROSSIMALE SACCADICA (rapida) o DI INSEGUIMENTO (lenta) si effettua seguendo una mira che lentamente si avvicina alla radice del nostro naso. Ciascuna delle due capacità è regolata da diversi circuiti neurologici per cui vale la pena testarli entrambi.

SINTOMATOLOGIA

 

Quando anche minime tensioni ostacolano la corretta dinamica dei due occhi si alterano le cd corrispondenze retiniche e, in pratica, il nostro cervello ‘vede doppio’.

Oltre il 90% del nostro cervello si occupa a vario titolo della funzione visiva:per evitare di essere messo in condizioni di criticità sono estremamente convinto che, così come spesso mette in atto strategie di compenso ‘strutturali’ (blocchi torsionali di bacino in compenso ad una gamba corta,….), lo stesso avvenga anche con ‘sintomi’ che fanno in modo da farci ‘evitare’ queste condizioni.

Vediamo quali sono le ‘condizioni di criticità’ e le varie combinazioni:

  1. LETTURA (L)
  2. MOVIMENTO LATERALE (ML)
  3. LUCI ARTIFICIALI (LA)
  4. SERA (S)
  5. GUIDA (G)
  6. LOCALIZZAZIONE (LC)
  7. TV/PC

 

Nella quotidianità:

  1. LETTURA: irritabilità e disturbi di concentrazione/apprendimento durante la lettura, in quanto l’impegno principale del nostro cervello è quello di non far veder doppio e quindi il comprendere quanto leggiamo diventa secondario (scuola, lavoro). Perdita della riga durante la lettura / bisogno di rileggere (Scheimann).
  2. L+ML: mal d’auto, nausea al solo tentativo di leggere in auto
  3. SERA: i disturbi della binocularità aumentano alla sera a causa del fatto che l’impegno di evitare la diplopia è iniziato sin dal mattino ed il sistema di compenso è quindi estremamente ‘stressato’.
  4. L+ML+LA+S: questa è una condizione che configura i luoghi affollati…. di sera; oppure sempre alla sera quando il vs bambino gioca con la sedia ruotante dello studio. In entrambi i casi la sensazione provata non è piacevole. Nella pratica quotidiana accade molto spesso che le Pz riferiscono di andare al supermercato (L/scaffali+ ML/gente+ LA+ S) ‘quando non c’è nessuno’ perché ‘la gente da fastidio’ mentre in realtà quello che infastidisce è il ‘movimento’ . In questo caso addirittura un ‘disturbo’ viene scambiato con un tratto caratteriale (la gente ‘infastidisce’): in realtà ‘quando non c’è nessuno’ non c’è movimento laterale, un po’ di luce naturale entra nell’ambiente e… non è sera.
  5. SERA: irritabilità serale, cefalea soprattutto frontale. Estremamente comune che le Pz riferiscano che la sera non vedano l’ora di ‘chiudere gli occhi’ (non di dormire).
  6. S+G: fastidio alla guida dopo un temporale magari al tramonto con i riflessi sull’asfalto, di notte con rischio di colpi di sonno.
  7. LOCALIZZAZIONE: non sono in grado di spiegarlo ma soprattutto il sesso femminile lamenta la maldestrezza (‘dottore… sbatto dappertutto e mio marito dice che sono sbadata’). Anche qui il sintomo confuso con un dato caratteriale. Altro sintomo è il disagio mentre si percorre un sentiero di montagna. Nello sport  da citare la difficoltà a mantenere la traiettoria all’interno delle corsie in pista o in vasca o la difficoltà di anticipare i paletti o nell’affrontare buche e cunette nello sci. Nel bambino piccolo la difficoltà di localizzazione è ‘avvertita’ dal genitore che in passeggiata si trova con il figlio che continuamente gli ‘taglia la strada’.
  8. TV/PC: così come la maldestrezza si ritrova più spesso nel sesso femminile noi tendiamo a ‘crollare’ davanti alla TV (il cervello ‘stacca la spina’).
  9. PC: estremamente diffuso è la sonnolenza davanti al PC con ovvie ripercussioni in campo lavorativo sulla performance dell’apprendimento.

Altri sintomi presenti:

1. Diplopia (Duke-Elder S.; Passmore and MacLean; Kratka; Davies )

2. Affaticamento degli occhi  (Kent et Al)

3. Visione offuscata  (affaticamento degli occhi / stanchezza generale, )  Passmore and MacLean; Capobianco; Burian)

4. Emicranie (Passmore and MacLean, Kent et Al )

SEGNI

 

 

 

  1. Torsione del cingolo scapolare e dislivello delle spalle (attraverso un CIRCUITO LUNGO, con intervento dei nc centrali (Nc Base, Nc Vestibolari, Prefrontali) e del Cervelletto, influenzato dalla lateralità): nei destrimani è più alta la sinistra, mancini la destra, destrimani con disturbi epatici/vaccinazioni/alimentazione/idratazione scorretta la destra (B.Bricot)
  2. Limitata rotazione del capo (attraverso un CIRCUITO CORTO , che controlla l’oculocefalogiria (III- IV-V con XI spinale) limita la rotazione del capo da quel lato
  3. Laterocolia (circa 80% casi)cioè tendenza a tenere il capo inclinato da un lato

 

LO STATO DELL’ARTE NEL TRATTAMENTO DELL’IPOCONVERGENZA

  1. Uno studio sponsorizzato del National Institutes of Health ha confrontato il trattamento domiciliare con quello in studio nei bambini di età 9-17 : la terapia più efficace è stata una seduta settimanale di un’ora in studio con esercizi di rinforzo domiciliari . Il solo trattamento domiciliare con esercizi di mira con la matita o programmi informatici non ha dimostrato di essere efficaci pur assolutamente meno costosi . Ma il trattamento a casa costa meno ed è più conveniente . E’ difficile trovare studi dove si tratta l’ipoconvergenza oculare. Molte persone che non trovano questi studi o che non possono permettersi di pagare i trattamenti devono ricorrere al trattamento domiciliare .Se si sceglie il trattamento a casa , molti esperti consiglia di utilizzare programmi software per computer con esercizi di mira . L’approccio combinato può essere più efficace , e la terapia del computer è più coinvolgente per i bambini . Il trattamento per ipoconvergenza può richiedere tre mesi o più , anche se è probabile che i sintomi migliorino in quattro settimane. Dopo la vostra capacità di convergenza è migliorata , si può aiutare a mantenere la vostra visione migliorata continuando a leggere e fare altre attività in convergenza . Il trattamento può curare in modo permanente l’ipoconvergenza , ma i sintomi possono tornare dopo una malattia , la mancanza di sonno o quando si svolgono attività che stressano la convergenza (lettura , computer) . In rari casi , esercizi di occhio di messa a fuoco non funzionano e il medico può raccomandare un intervento chirurgico (soprattutto agendo sui due retti mediali) che però si è visto non migliorare l’ipoconvergenza.ed anzi provocare diplopia e disturbi refrattivi pur  talvolta asintomatici.
  2. Scheimann M, GwiazadaJ (NON SURGICAL INTERVETIONS FOR CONVERGENCE INSUFFICIENCY: REVIEW. Copyright 2011. The Cochrane Collaboration. Published by John Wiley & Sons, Ltd): gli Autori, il 7 ottobre 2010, hanno utilizzato The Cochrane Library, MEDLINE, EMBASE, Science Citation Index, il metaRegister of Controlled Trials (mRCT) (www.controlled-trials.com) e ClinicalTrials.gov (www.clinicaltrials.gov), oltre ad una ricerca su liste di riferimento e riviste optometria. Sono stati presi in considerazione 6 trials ( tre nei bambini , tre negli adulti) con un totale di 475 partecipanti  e il risultato conferma le conclusioni già riportate  . In particolare si parla di 12 settimane di trattamento! (PMID:21412896[PubMed – indexed for MEDLINE])
  3. Nel 2012 uno studio ulteriore (Matti Westman; M. Johanna Liinamaa (May 2012). “Relief of asthenopic symptoms with orthoptic exercises in convergence insufficiency is achieved in both adults and children”. Journal of Optometry 5 (2). pp. 62–67.:10.1016/j.optom.2012.03.002) ha confermato che esercizi di ortottica in studio danno migliori risultati rispetto al trattamento domiciliare.
  4. L’ente di Volo Americano che sovrintende le licenze addirittura non concede la licenza se in presenza di ipocinvergenza con PPC (punto prossimo di convergenza) superiore a 100 mm in quanto si è visto che la mancanza di sintomatologia (cefalea, lacrimazione, diplopia, stanchezza) non indica necessariamente l’assenza del problema in quanto questa si manifesta spesso quando il Personale è sottoposto a stress. Si propone un ciclo di trattamento di 8 settimane con successivi controlli semestrali o annuali per poter mantenere la licenza.

NUOVE PROSPETTIVE (Salteri)

  1. Le frequenze sono la voce dell’Universo, il linguaggio attraverso il quale il nostro corpo dialoga con il mondo che lo circonda: grazie ad una  particolare ceramica   possiamo utilizzare il linguaggio del LONTANO INFRAROSSO per RILASSARE LA MUSCOLATURA che muove i nostri occhi e favorirne la MASSIMA PERFORMANCE. Questa ceramica, oggi utilizzata in D.M. Classe I – CE (N. 1110186 del 12/3/2014),  è in grado di RIFLETTERE IL LONTANO INFRAROSSO (CNR Nanotecnologie- università di Pisa) che noi emettiamo senza produrre calore (ASSOCIAZIONE ITALIANA DI TERMOGRAFIA), senza provocare reazioni da contatto (ISTITUTO TESSILE COTONIERO e ABBIGLIAMENTO di Busto Arsizio – VA) e assolutamente sicuro per quanto riguarda la completa assenza di radioattività (ARPA Torino).

Un mio studio, (presentato in diversi contesti internazionali)  prevedeva l’applicazione su 100 Pazienti (46 con ipoconvergenza prossimale di inseguimento, privi di stereopsi alla prima visita e 54 scelti a random tra i miei Pazienti) di un materiale riflettente nel range del lontano infrarosso posizionato in prossimità dell’angolo esterno dell’occhio ipoconvergente o mediante un cerotto o sulla faccia interna dell’asta dell’occhiale. Il lavoro aveva come obiettivo il trattamento dell’ipoconvergenza oculare con le sue conseguenze ‘strutturali’ sulla colonna cervico-dorsale (bascula del cingolo scapolare, laterocolia e limitazione rotazione del collo) e ‘funzionali’ sulla performance visiva binoculare. Lo studio valutava, oltre la convergenza prossimale sec Bernard Bricot, sia i segni ‘strutturali’ che  il deficit di stereopsi, valutato mediante il TNO TEST FOR STEREOSCOPIC VISION® favorito al ‘classico’ LANG TEST in quanto il secondo ha una sensibilità massima di 200 sec d’arco e quindi sottostima l’assenza di stereopsi. I risultati hanno superato le attese in quanto circa l’80% dei Pz privi di stereopsi l’hanno riacquistata e di questi addirittura il 13 % è arrivato a 15 sec d’arco corrispondenti ad una stereopsi perfetta. Tutti i Pazienti del gruppo di controllo sono migliorati per quanto riguarda la stereopsi. Il 90% dei Pazienti non ha avuto più necessità di portare il RIPI-V® mentre nel 10% dei casi si ripresentava l’ipoconvergenza se si toglieva il RIPI-V®: tutti questi avevano un focolaio irritativo occlusale trigeminale omolaterale (morso crociato, mancanza di dente/i,splint, altra malocclusione) o in un caso il ragazzo aveva l’apparecchio ortodontico. Tutti i Pazienti erano stati visitati dal dentista. Un solo Pz ha riferito cefalea transitoria che non ha comportato l’interruzione della cura, nessun Paziente ha riferito reazioni da contatto  e nessun Paziente ha interrotto il trattamento. In seguito a questo studio ritengo inoltre che non necessariamente la gravità dell’assenza di stereopsi dipende dalla presenza  di ipoconvergenza e non necessariamente è solo il deficit di stereopsi a determinare il disturbo visivo in contesto del sistema tonico posturale.

Nella pratica infatti si possono rilevare Pazienti:

  1. Con minimo disturbo di stereopsi, ipoconvergenza e grave deficit ‘posturale’(sarà oggetto di futuro articolo)
  2. Assenza di stereopsi e ipoconvergenza e deficit ‘posturale’ più o meno grave

Ricordiamo che trattandosi di un sistema dinamico non lineare non esiste rapporto di proporzionalità tra entità delle cause e conseguenze.

Di fatto non ricordo Pazienti con deficit di stereopsi senza ipoconvergenza (monoculi compresi nei quali l’occhio non vedente è praticamente sempre in esotropia o ipoconvergenza).

Detto questo mi sento di sostenere che nel contesto della valutazione funzionale del ‘RECETTORE SENSITIVO-MOTORIO VISIVO’ debba avere pari dignità lo studio sia della componente di visus del singolo occhio, che della convergenza, che della stereopsi. I parametri di valutazione delle 3 componenti dovrebbero rientrare nella ‘routine oculistica’.

L’uso di questa ceramica assume particolare importanza anche in relazione alla funzionalità degli occhiali da vista in quanto:

–          mantengono la contemporanea corretta centratura delle due lenti mantenendo così la funzionalità dell’occhiale. Nell’immagine 18 in blu la proiezione del centro di massa (determinata con esame stabilometrico dinamico Cyber Sabot su bascula di Bessou) con il materiale riflettente nel lontano infrarosso: in questo caso gli occhiali non funzionali procuravano anteropulsione (Posturologia vettoriale Interdisciplinare®) e di conseguenza contrattura muscolare e blocchi vertebro-articolari di compenso.

–          eliminando la componente del disturbo refrattivo relativa alla anomala tensione della muscolatura extraoculare, di fatto stabilizzano  le capacità visive del singolo occhio che così avrà un andamento costante nell’arco della giornata, indipendentemente dallo stress accomodativo imposto dallo studio e/o dall’uso del pc e/o dall’attività lavorativa .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

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