Il Lontano infrarosso riflesso dal RIPI prodice calore?

Per valutare l’eventuale sviluppo di calore che avrebbe potuto dare adito al sospetto di eventuali effetti collaterali (es. degenerazione nevica o altro) diversi campioni il 12 giugno scorso sono stati sottoposti a TEST TERMOMETRICO da parte del vice-presidente dell’ Associazione Italiana Termografia ad Infrarosso, Eros Ronchini, in base alla norma ISO 18434 metodo a. di riferimento.Il test certifica che “non si evidenziano particolari variazioni superficiali di temperatura sia nel dispositivo RIPI-V che nel viso”.
Come Interpretare il dato?L’interpretazione è molto interessante in quanto confermerebbe che non essendo prodotto calore l’azione clinica è dovuta esclusivamente alla frequenza a conferma di quanto sostenuto e cioè che così come il linguaggio dell’universo è costituito da frequenze, ci è possibile ‘dialogare’ col nostro corpo attraverso ‘frequenze, nel nostro caso ‘particolari frequenze’.Il dato inoltre apre nuovi orizzonti e quindi saranno opportuni studi di neuroimaging che dovranno spiegare il motivo per cui l’applicazione monolaterale, in caso di ipoconvergenza ‘alternata’ per esempio, funziona anche sull’occhio controlaterale.
0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *